Un pensiero forte e deciso
Oggi voglio prendere in prestito l'intervento che Marco Lodoli, il professore/scrittore, ha scritto per la rubrica settimanale che tiene sul portale www.tiscali.it.
Forse alcuni dei lettori di questo blog non hanno ancora avuto occasione di leggere gli interventi di Lodoli, spesso incentrati su scuola e società, a volte (a mio avviso) un po' troppo buonisti, altre volte pungenti e ficcanti come quello che vi propongo.
Forse anche Lodoli, come tutti i docenti, risente non tanto della sua situazione emotiva generale quando scrive quanto di ciò che la mattinata in aula gli riserva.
Io l'ho letto in una classe terza media piuttosto problematica, questa mattina in apertura della lezione, senza fare troppi commenti.
Mi pare che diversi studenti abbiano capito il senso di quanto Lodoli sostiene ... e che io vado ripetendo, a loro ed a tutti i miei alunni, da molti anni.
Ma sentirsi dire certe cose con parole diverse, da persone diverse, che non siano i loro insegnanti o i genitori (per i quali esiste una ovvia posizione di più o meno velata prevenzione generazionale), forse può essere utile.
Almeno la lettura è stata ascoltata con silenzio e attenzione e, forse, qualcuno, avrà approfittato dell'occasione per meditare sui comportamenti sociali propri e dei compagni.
Vedremo ... nel frattempo vi riporto l'articolo di Lodoli:
Basta con la solita scusa: "Sono fatto così": non siamo spettatori ubriachi di quel che ci accadedi Marco Lodol
Da bravo professore, mi piacerebbe di tanto in tanto proporre ai nostri lettori qualche poesia importante, che sappia concentrare in pochi versi un ragionamento complesso, difficile o forse impossibile da affrontare con strumenti puramente razionali. E vorrei cominciare con un componimento della Szymborska, grande poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996; il nome è astruso, ma le parole sono chiare ed entrano dritte per dritte nel cuore del problema che oggi affrontiamo: il gigantismo dell’io, questa ipertrofia patologica, questo narcisismo debordante, questo senso di irresponsabilità teatrale e totale per cui la colpa è sempre degli altri.Bisogna ritornare a un sano sentimento di partecipazione alla vita, e dunque di responsabilità: se le cose vanno male è anche colpa mia, se le cose vanno bene è anche merito mio. Non siamo spettatori ubriachi, non possiamo solo suonare le trombette dell’indifferenza, fingere che noi non c’entriamo niente, che eravamo qui per caso, governo ladro, mondo boia, vita infame. Allora, la poesia di Wislawa Szymborrska ha un titolo scandaloso: “Lode della cattiva considerazione di sé”. Forse non bisogna eccedere nel delirio di indegnità, nei castranti sensi di colpa, ma l’adultità ci chiama, non dobbiamo rimanere – come questo tempo vorrebbe – dei ragazzetti spensierati che fischiettano sul bordo dell’abisso. Leggiamo queste parole taglienti:La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle loro azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
Vivono come vivono e ne sono contenti.Il cuore dell’orca pesa cento chili
Ma sotto un altro aspetto è leggero.Non c’è nulla di più animale
Della coscienza pulita
Sul terzo pianeta del Sole.Ecco la riflessione in versi da cui ripartire, senza accampare scuse, senza far finta di niente. Non sopporto più chi ripete noiosamente: che ci volete fare, sono fatto così. Cioè, sono una carogna, un cinico, un figlio di buona donna e non voglio cambiare. Mi piaccio. Mi guardo allo specchio, mi pettino il ciuffo malandrino e mi piaccio tanto. Pazienza se qualcuno soffre, se la mia famiglia soffre, se il mio paese va a rotoli, se aggiungo fiele e merda alla vita. Io mi piaccio, son fatto così. Ecco, queste persone sono come gli animali, come i tafani e gli sciacalli, che non possono deviare dal loro destino. Sono parte comodissima del regno animale. Sono la nostra rovina. E’ ora di rialzare la testa dal truogolo, di grugnire meno. E’ ora di crescere, cambiare, agire bene. Basta spulciarsi ridendo nell’angolo dove nessuno ci vede, basta pisciare dove capita, basta sporcare la vita.
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