La sordità di Beethoven - Diego Minoia - musicista e scrittore

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La sordità di Beethoven

Letture "aumentate"
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Nell'articolo qui sopra si elencano alcune composizioni beethoveniane create mentre la sordità era ormai pressochè totale, al punto che i suoi visitatori dovevano scrivere sui famosi taccuini le comunicazioni che oralmente non potevano fare.
Tra le composizioni citate ho scelto di inserire in questa Lettura "aumentata" l'esecuzione del Tema di Diabelli che Beethoven sviluppò in ben 32 varianti nelle celeberrime Variazioni Diabelli op. 120.
Per chi le volesse ascoltare tutte ecco il link alla versione eseguita dal grande pianista Alfred Brendel: https://www.youtube.com/watch?v=l3qktiSzwMI
Ecco l'indice:
  1. Tema: Vivace Alla Marcia maestoso; 1.Poco Allegro; 2.L'istesso tempo; 3.Un poco più vivace; 4.Allegro vivace; 5.Allegro ma non troppo e serioso; 6.Un poco più allegro; 7.Poco vivace; 8.Allegro pesante e risoluto; 9.Presto; 10.Allegretto; 11.Un poco più moto; 12.Vivace; 13.Grave e maestoso; 14.Presto Scherzando; 15.Allegro; 16.Allegro; 17.Poco moderato; 18.Presto; 19.Andante; 20.Allegro con brio - Meno allegro - Tempo primo; 21.Allegro molto, alla 'Notte e giorno faticar' di Mozart; 22.Allegro assai; 23.Fughetta (Andante); 24.Allegro; 25(Piacevole); 26.Vivace; 27.Allegro; 28.Adagio ma non troppo; 29.Andante, sempre cantabile; 30.Largo, molto espressivo; 31.Fuga: Allegro; 32.Tempo di Minuetto moderato
Che Ludwig van Beethoven non avesse un carattere facile lo certifica lui stesso in diverse lettere del suo epistolario, e questo aspetto è stato poi forse esageratamente pompato in epoca romantica per corrispondere al clichè dell'epoca sugli artisti, che dovevano essere sempre genio e sregolatezza. In realtà in diverse parti delle sue lettere si dimostra anche di animo gentile e generosocon gli amici.
Certo le difficoltà della vita, i rapporti a tratti tempestosi con i fratelli e il nipote e, soprattutto, la progressiva sordità lo resero sempre più solitario socialmente e determinato nel campo artistico.
Il primo cenno alla sordità lo troviamo nella lettera che spedì da Vienna il 29 giugno 1801, non ancora trentunenne, all'amico (e in seguito editore di una biografia beethoveniana) Franz Gerhard Wegeler:"Purtroppo un demone invidioso, la mia cattiva salute, mi ha messo i bastoni tra le ruote; voglio dire che da tre anni il mio udito si è fatto sempre più debole e ciò sarebbe causato dall'affezione intestinale, della quale soffrivo, come sai, fin da quel tempo; ma qui è assai peggiorata, essendo io continuamente afflitto da dissenteria e per conseguenza da una straordinaria debolezza".
E in seguito, a proposito del suo comportamento sociale: "Posso proprio dire di condurre una vita da derelitto; da quasi due anni evito ogni compagnia, perchè non mi è possibile dire alla gente che sono sordo. Se esercitassi qualsiasi altra professione la cosa sarebbe più facile; ma con la mia professione questa è una condizione terribile! E i miei nemici, il cui numero non è piccolo, che cosa non direbbero?"
Nel passo successivo della lettera però emerge il Beethoven che conosciamo: "Plutarco mi ha portato alla rassegnazione; se altrimenti è possibile, voglio sfidare il mio destino ..."
Raccomanda poi all'amico: "Di questa mia condizione ti prego di non dire nulla a nessuno, neppure a Lorchen (moglie di Wegeler): solo come segreto te lo confido".



In conclusione di questa Lettura "aumentata" ecco un frammento, quanto mai esemplificativo del concetto di "sfidare il destino" che Ludwig portò avanti fino al termine della sua tormentata vita.
In questa colossale composizione per soli, coro e orchestra possiamo gustare l'esecuzione dei Berliner Philharmoniker diretti da Erbert von Karajan
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