Compongo subito - Recensione Giacometti - Diego Minoia - musicista e scrittore

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Compongo subito - Recensione Giacometti

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CAPIRE PER CREARE
(su un volume di Diego Minoia dedicato alla propedeutica compositiva)


Diego Minoia è compositore attivo con una lunga esperienza d'insegnamento musicale nella scuola media. In questo àmbito professionale, ha sempre privilegiato l'approccio creativo dei ragazzi con i fatti di musica, mettendo a punto di anno in anno un modello didattico capace di coniugare esigenze spontanee di espressione sonora con l'apprendimento graduale delle leggi che regolano dall'interno la meccanica della composizione tonale.
Il testo Compongo subito (metodo rapido per lo sviluppo della creatività musicale), edito lo scorso anno dalla casa milanese Curci, rappresenta il tentativo di sistematizzare quel modello, rendendolo fruibile non solo agli insegnanti di scuola e ai loro allievi, ma a tutti coloro che, non essendo "addetti ai lavori", desiderino "entrare nel meraviglioso mondo della creatività musicale personale".
Secondo una precisa scelta di campo, il volume affronta esclusivamente l'aspetto lineare della composizione, concentrandosi così sulle concomitanti diastematiche (intervalli, scale) e ritmiche (valori di durata, cellule), senza considerare le implicazioni armoniche degli eventi melodici prodotti, studio con ogni probabilità riservato ad un successivo volume. Partendo così da un àmbito di lavoro assai circoscritto, l'autore può tracciare il suo itinerario didattico di sviluppo creativo della consapevolezza morfologica e grammaticale della musica, articolandolo in moduli graduati quanto a difficoltà logica (le "regole" compositive) e a complessità del materiale (i "dati" di partenza della costruzione melodica). A loro volta, i moduli si snodano su tre sezioni parallele ed integrate: nella prima, "Composizione", vengono posti problemi di tipo costruttivo e architettonico, in modo tale da mettere il lettore nella condizione di creare frasi e periodi di crescente completezza ed interesse; nella seconda, "Teoria musicale-laboratorio", si affrontano "i principali elementi della Teoria musicale ed i simboli specifici più usati" in relazione al singolo modulo compositivo, coll'intento dichiarato di portare ogni argomento teorico ad innervarsi con l'esperienza musicale e a consolidarsi "con la pratica immediata"; la terza sezione, "Antologia/repertorio", contiene in appoggio ad ogni modulo sia esemplificazioni di marca esercitativa, sia brani d'autore appartenenti ad epoche e stili diversi, "perché in ogni genere si possono trovare idee interessanti e stimoli importanti per la comprensione dei meccanismi musicali".
A questo proposito va subito detto che la proposta di Minoia esibisce il suo più interessante aspetto innovativo proprio in questo tentativo di sdoganare la teoria musicale dal territorio delle astrazioni prive dei necessari referenti sensibili che le hanno generate. Studiare la teoria e la semiografia musicali a ridosso di una pur limitata pratica creativa ne implica l'interiorizzazione più che la memorizzazione. E non è poco, in tempi in cui la critica alla "teoria e solfeggio" è diffusa tanto quanto l'incapacità di proporre modelli metodologici alternativi e didatticamente credibili.
In tale prospettiva, si può suggerire un impiego delle tre sezioni secondo il modello dell'istruzione programmata, partendo cioè da quella che costituisce il centro nevralgico degli interessi del lettore ed integrandone gli schemi d'apprendimento con le proposte parallele contenute nelle altre due; così, ad esempio, se l'interesse fosse orientato verso l'acquisizione di minimi elementi d'analisi melodica, gli esempi d'autore della sezione antologica costituirebbero lo stimolo iniziale per riflettere su modalità costruttive, che nella sezione compositiva verrebbero rimesse in gioco in senso creativo, mentre la sezione teorica fornirebbe motivate terminologie e simbologie per l'avvio di un primo stadio di formalizzazione verbale e grafica degli eventi esaminati e prodotti.
Una vitale work in progress, insomma, questo testo chiaro e consequenziale, nel quale il peso forse eccessivo attribuito agli aspetti logico-razionali dell'organizzazione compositiva, a detrimento di quelli simbolici, sembra motivato dall'ambiente stesso (la scuola media), in cui il laboratorio di Minoia s'è sviluppato e verificato; in effetti, la tecnica del manipolare i suoni in modo che sta a mezza strada tra il problem solving ed il gioco enigmistico è più vicina alle acquisite competenze logiche del preadolescente di quanto non si possa credere. Altro stimolo lanciato dall'autore all'intelligenza degli insegnanti: saper trasformare il meccanicismo della costruzione 'per dati e regole' nella magia connotativa della comunicazione musicale, studiando e approfondendo i processi simbolici che dietro quel meccanicismo si celano.   
Sempre a debita distanza dai facili spontaneismi e da artificiose elucubrazioni.


Antonio Giacometti

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