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La storia di Glenn Miller - film

Diego Minoia - musicista e scrittore
Pubblicato da Diego Minoia in Film musica pop, rock, jazz · 28 Ottobre 2013
Tags: filmmusicajazzglennmillertrombonebigband

In ascolto: la mia versione di un classico portato al successo dall'orchestra di Glenn Miller, In the mood.
The Glenn Miller Story
(La storia di Glenn Miller) è un film del 1954 diretto da Anthony Mann e interpretato da James Stewart (nelle vesti di Glenn Miller), June Allyson (la moglie Ellen), con la partecipazione straordinaria dei musicisti Ben Pollak, Gene Krupa e Louis Armstrong nelle vesti di se stessi.
Al di là dell'interpretazione di James Stewart (simpatico ma sempre uguale in ogni film, sopra le righe e sognante) il film rientra nell'agiografia del personaggio famoso unita alla propaganda post-bellica americana.

La Seconda Guerra mondiale è terminata ma il mito americano del volontario che si arruola per la libertà e la Patria è vivissimo (anche se poi il nostro eroe fa la guerra nelle retrovie suonando con la sua orchestra per allietare i "bravi ragazzi" di rientro dal fronte).
Destino volle però che, nonostante Miller non fosse un combattente, finì per allungare la lista dei dispersi a poche settimane dalla fine della guerra: salito su un piccolo aereo militare che lo doveva portare dall'Inghilterra a Parigi, per suonare alla radio, venne colpito involontariamente dal fuoco amico di un bombardiere inglese che, al rientro da una missione, scaricò le bombe rimaste in stiva sulla Manica proprio mentre più in basso passava il piccolo aereo di Miller.
Ma veniamo al film.
La vicenda è narrata come si usava all'epoca, tutta bravi ragazzi e buoni sentimenti: il
povero Glenn che impegna il trombone al banco dei pegni una settimnana si e una no per tirare a campare, il sogno di "creare" un suono nuovo e personale, la "fidanzata" che viene chiamata a distanza di due anni e non si ricorda neppure di lui ma accetta di incontrarlo (e poi si sfidanza da un ricco imprenditore in seguito ad una telefonatadi Miller per correre a New York e sposarlo).
Insomma, niente di particolarmente interessante, se non fosse per la musica.
Anche qui, non aspettatevi niente di particolarmente originale o musicalmente significativo per comprendere le caratteristiche dello stile di Miller e dell'epoca Swing, ma si sentono tutti i grandi classici del suo repertorio: Moonlight Serenade, Chattanooga Choo Choo, Pennsylvania 6-5000, String of Pearls ...
115 minuti di passatempo piacevole ma non incisivo.




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