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Senza filtro - film con il duo hip-hop Articolo 31

Diego Minoia - musicista e scrittore
Pubblicato da Diego Minoia in Film musica pop, rock, jazz · 23 Settembre 2010

Senza filtro, uscito nelle sale cinematografiche nell'estate del 2001 per la regia di Mimmo Raimondi, è il primo tentativo italiano di cavalcare un genere che all'epoca era già ampiamente sfruttato negli States: quello dei rapper che "diventano" attori.



Il tentativo è di raccontare la vicenda, non necessariamente autobiografica ma certamente con elementi ripresi dalla vita reale dei due protagonisti (J-Ax e Dj Jad, gli Articolo 31 per l'appunto).
Tra palazzoni di periferia, famiglie disgregate e fatica di arrivare alla fine del mese, il film si srotola presentandoci uno spaccato della quotidianità di un gruppo di giovani non più adolescenti per età ma pienamente nella definizione quanto a comportamenti e modi di pensare.
Le sequenze sono spesso claustrofobiche e buie, i rapporti tra i personaggi conflittuali, le amicizie (al di là della fratellanza declamata per necessità di usare gerghi d'importazione che da noi fanno sinceramente ridere) superficiali e limitate alla condivisione di passioni e gusti (la discoteca serale, l'uso di droghe "leggere" e naturalmente la musica hip-hop).



Tra una pippata e un furto di motorino, tra un utilizzo disinvolto delle macchine dei clienti di un'officina meccanica e una scena da Cavalleria rusticana nella quale Nico (J-AX) aspetta la sorella e la spedisce in casa mentre si prepara ad affrontare a muso duro il suo ultimo ragazzo che ne attenta alla moralità, la storia si dipana senza grandi emozioni.
A parte qualche momento che lumeggia attimi da "racconto verità", per il resto il film risulta manierato sia nella storia che nella recitazione (non certo da Oscar) dei due musicisti-attori.
L'inserimento della sequenza in cui si condanna l'uso delle droghe pesanti serve solo per parare le critiche prevedibili.
Il lieto fine, con i due a New York con lo sfondo delle torri gemelle e una carriera musicale che si sta avviando verso il successo, piantato quasi di colpo senza una sufficiente motivazione sembra solo una scusa per farsi un giro nella "Grande mela" a spese della produzione.
Quanto alla musica, benchè presente in molte scene del film può accontentare giusto i ragazzi che amano il genere e per i quali il film è stato "cucito" su misura.
Un film giovanilistico quindi che ha, forse, l'unico vantaggio di mostrare la vuotezza della vita di molti giovani, oggi, in Italia.
Mai uno sguardo fuori dal loro piccolo mondo e dal loro piccolo gruppo, mai un libro in mano, mai una discussione argomentata ma solo frasi spezzate e slang suburbano.

Copyright Diego Minoia 2010


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