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Tutti i battiti del mio cuore - film

Diego Minoia - musicista e scrittore
Pubblicato da Diego Minoia in Film musica e società · 17 Novembre 2010

Film del 2005 diretto da Jacques Audiard, Tutti i battiti del mio cuore (De battre mon coeur s'est arreté il titolo originale) ha vinto l'Orso d'argento al Festival di Berlino per la migliore colonna sonora, creata da Alexandre Desplat.



Questo potrebbe già essere un motivo per dedicare 107 minuti del proprio tempo alla visione del film.
Per chi poi volesse un curriculum d'onore più ricco diciamo che ha anche vinto 8 Premi César nel 2006 (sono la versione francese e autarchica dell'Oscar americano, infatti sono assegnati dall'Académie des Arts et Techniques du cinéma alle migliori pellicole e figure professionali transalpine).
La musica attraversa tutto il film con un ruolo insistente ma defilato.
Tom, il protagonista, infatti è figlio di una famosa pianista e da giovane promettente musicista a sua volta, ma la madre è morta e lui ha interrotto da anni lo studio del pianoforte seguendo le orme del padre (un poco di buono) nel settore delle compravendite immobiliari.



In realtà si occupa, con altri soci, di speculazione immobiliare: acquisiscono proprietà in condizioni fatiscenti e occupate, le liberano con sistemi poco canonici (per esempio liberando topi che le infestano o distruggendo a picconate pareti e servizi per non far entrare occupanti clandestini) per rivenderle con consistenti guadagni.
Una vita che apparentemente lo appaga ma di cui sente il peso, anche perchè i suoi soci sono senza scrupoli e non hanno regole morali.
Tom sembra ben inserito in quello squallido ambiente ma un giorno, casualmente, intravede nel foyer di una sala da concerto l'impresario musicale della madre.
Improvvisamente decide di parlargli e nasce in lui l'idea che ancora sia possibile riprendere lo studio del pianoforte ed avviare una sua carriera concertistica.
Ottiene un appuntamento per un'audizione e inizia il recupero della tecnica pianistica, che va di pari passo con l'evoluzione della sua coscienza.



Incontra una pianista cinese, in Francia per perfezionarsi e che non parla il francese, ma inizia ugualmente con lei delle lezioni in preparazione all'audizione: i due non comunicano, almeno inizialmente, se non attraverso la musica.
Il film è avvincente e la musica è il "fil rouge" della narrazione.
Le vicende del padre (un adulto- bambino con cui Tom è in una relazione di odio-amore) portano il nostro protagonista in contatto con uno speculatore russo dai modi sbrigativamente mafiosi.
Il tentativo di recuperare dal russo dei soldi finisce con un pestaggio che riduce a mal partito il padre e l'intervento di Tom non risolve la questione.
La musica assorbe sempre più tempo delle giornate di Tom che, per questo motivo, si allontana progressivamente dalle vecchie frequentazioni e frequenta sempre di più la tranquilla e docile pianista cinese.
Tutto sembra procedere verso un tranquillo e didascalico happy end, con Tom che arriva alla sua audizione.
Ma la vita non è fatta di sole speranze, soprattutto se velleitarie.
L'audizione è un fallimento totale ... ma lo sceneggiatore ci riserva ancora una sorpresa finale.
In una sala da concerto vuota Tom sta suonando, come per provare il pianoforte prima dell'esibizione, dà istruzioni agli inservienti di non toccare più lo strumento ma ... (questo non ve lo dico, per non rovinarvi la visione del film).

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